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Mondin: Vedere ciò che gli altri non vedono

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di Edoardo Benini

VENEZIA. Lunedì scorso si è svolta la terza riunione tecnica obbligatoria per gli associati veneziani. Ospite della serata l’assistente arbitrale CAN Luca Mondin della Sezione di Treviso.
Luca ha esordito analizzando alcuni passaggi della propria carriera arbitrale, prima da arbitro e poi da assistente, rammentando i presenti a non dimenticare mai che la strada per il successo è costruita con la forza interiore di chi non si arrende di fronte alle sfide.
“Il successo non è casuale ma il risultato di impegno costante, sacrifici, determinazione e una strenua lotta per i nostri obiettivi. Ogni progresso richiede dedizione, ma è questo il filo conduttore che ci conduce al successo sia nella carriera che nella vita” ha spiegato Mondin.

La riunione si è incentrata sul “sacramento” fondante per un assistente: la Regola 11. Attraverso l’analisi di alcuni video di episodi avvenuti durante le sue gare, indipendentemente che fossero giusti o sbagliati, l’ospite ha voluto far ragionare e far capire ai giovani associati la complessità di questa regola, sottolineando come sia necessaria una profonda conoscenza della regola e un’importante preparazione per essere sempre pronti.

Al termine l’oratore è voluto tornare al principio del suo intervento, questa volta però dopo aver parlato delle difficoltà e mostrato gli errori commessi sul percorso: “Spero di avervi fatto capire perché io vedo il successo come un iceberg in quanto, purtroppo, non ne vengono messi in mostra i fattori che lo mantengono galleggiante: la perseveranza, i fallimenti, le delusioni, i sacrifici e il duro lavoro, solo per citarne alcuni.”

Concludendo la riunione, l’ospite ha messo in risalto un intervento dell’attuale allenatore dell’Olimpia Milano, Coach Ettore Messina: “Per essere migliori degli altri è necessario essere autoesigenti prima con sé stessi e poi con gli altri. Per essere migliori le cose devono essere fatte con 0.5 secondi di anticipo, devono essere fatte con l’arbitro che magari non vede un contatto, le cose devono essere fatte con un avversario che ti infastidisce dal primo minuto di gioco […] e questo può essere fatto solo attraverso un esercizio di simulazione: l’allenamento.”.

A quest’ode all’importanza dell’allenamento, poi, Luca ne ha aggiunta una sua personale: “In questa lunga gara di resistenza che si chiama ‘arbitraggio’ non tutti arriveranno al traguardo della Serie A perciò l’importante è godersi ogni momento in compagnia divertendosi: Pertanto, mi raccomando, sempre e comunque, quando scendete in campo divertitevi!”.